Si chiama Italus, come il re dell’Enotria, ed è l’esemplare di Pino loricato più antico d’Europa. È radicato sul versante calabrese del Pollino, giù giù nel cuore dello stivale, dove la circolazione ristagna e il sangue stenta a risalire (M. Venezia, Mille anni che sto qui), usando le parole che la scrittrice Mariolina Venezia attribuisce invece a una famiglia che, generazione dopo generazione, vede il suo paesino Grottole crescere e precipitare.
Sono davvero mille anni che Italus sta qui – 1230 per la precisione – a lottare contro la vecchiaia e contro il vento che si abbatte sul pendio roccioso, a guardare dall’alto la sua famiglia fatta di foglie, terra ed esseri umani.
E non smette di crescere. È alto più di 10 metri e il suo diametro raggiunge il 160 cm. Lo ha scoperto un gruppo di ricerca guidato dal professore dell’Università della Tuscia, Gianluca Piovesan, coadiuvato da altri studiosi del Parco nazionale del Pollino e dell’Università del Salento.
A causa del tronco cavo, essi hanno condotto la ricerca non solo con il classico conteggio dendrocronologico degli anelli. Hanno integrato anche il metodo innovativo dell’analisi al radiocarbonio eseguita su campioni estratti dalle radici. La rivista americana Ecology (Ecological Society of America) ne ha pubblicato i risultati nel 2018.
Italus è solo uno dei Pini loricati che vivono sul Pollino, tra Basilicata e Calabria, ma la maggior parte di essi è diffusa nelle aree montane dei Balcani. È conosciuto con due nomi scientifici, uno per ogni volta che è stato scoperto. Nel 1863, il botanico svizzero Konrad Hermann Chris lo trovò e descrisse sul monte Olimpo, come Pinus heldreichii. L’anno successivo, l’austriaco Franz Antoine, ignaro col precedente studio, lo individuò nella baia di Kotor e gli attribuì il nome di Pinus leucodermis, per esaltare la pelle bianca degli esemplari più giovani e di quelli più vecchi. Circa quarant’anni prima, già Michele Tenore, fondatore e direttore dell’Orto botanico di Napoli, lo aveva trovato scambiandolo per una conifera affine.
Contorto e pallido com’è, sembra stanco e desideroso di rannicchiarsi a terra. Eppure Italus resiste, imponente, pronto per i suoi prossimi mille anni.
Maria Rosaria Cella